"«Con le primarie ha fatto cadere il governo Prodi,
con le elezioni politiche ha cacciato i comunisti dal Parlamento,
candidando Rutelli ha perso Roma.
Walter santo subito».
da uno striscione della destra in festa per la vittoria di Alemanno, Roma, 28 Aprile 2008"
Questo è uno spazio libero destinato a commenti, riflessioni ed analisi.
Ripartiamo da Rifondazione comunista?
martedì 29 aprile 2008
sabato 22 marzo 2008
A. Gramsci, G. Lay e la Sinistra.
CIRCOLO di RIFONDAZIONE COMUNISTA GIOVANNI LAY VILLANOVAFRANCA
Antonio Gramsci, Giovanni Lay e la Sinistra
CONVEGNO DIBATTITO
27 Marzo 2008 Ore 18.30
Aula Consiliare
(Piazza Risorgimento)
Villanovafranca
Intervengono:
Michele Piras (Segretario regionale Rifondazione Comunista)
Massimo Zedda (Coordinatore regionale Sinistra democratica)
Francesco Erbì (Segretario provinciale Rifondazione Comunista)
Katiuscia Sarritzu (Candidata alla Camera PRC)
Efisio Tuveri (Candidato al Senato PdCI)
Francesco Cocco (Storico, ex dirigente regionale PCI)
Aldo Brigaglia (Curatore Editoriale del libro “Io comunista” sulla vita di G. Lay)

lunedì 10 dicembre 2007
Protesta sul DDL Welfare
Il circolo PRC Giovanni Lay di Villanovafranca intende con questo documento rafforzare la protesta circa l’esito della vicenda protocollo sul Welfare.
Dopo la grande manifestazione del 20 Ottobre nella quale a gran voce abbiamo ribadito un parere negativo al protocollo Welfare nel suo testo originale ci siamo ritrovati a votare un provvedimento blindato con la fiducia al governo vanificando il difficile ma produttivo lavoro della commissione lavoro che resta l’istituzione parlamentare preposta a deliberare sulla materia.
Questa decisione ha ridotto il ruolo del Parlamento a ratificare un accordo fra parti sociali e governo che avrebbe certamente potuto fornire importanti elementi di valutazione in Parlamento, ma non vincolare lo stesso sul piano legislativo scardinando il principio fondante della Costituzione secondo il quale le leggi le fa il Parlamento.
Il nostro interesse prioritario resta quello di dare una profonda svolta alla politica economica del governo per dar seguito al risarcimento sociale, ci sentiamo responsabili di fronte a quel tessuto sociale debole che è nostra precisa intenzione rappresentare, difendere e tutelare.
Chiediamo ancora una volta il rispetto del programma dell’unione e se questo governo intende proseguire cedendo sistematicamente ai ricatti dei poteri economici forti dobbiamo seriamente ripensare alla nostra presenza all’interno di questa maggioranza con un’azione fortemente critica e decisa.
Chiediamo che questo documento sia diffuso in tutti i circoli della Sardegna e giunga ai prossimi CPF e CPR in modo da far sentire in maniera costruttiva la voce di protesta della base.
Assemblea Circolo Prc G. Lay Villanovafranca
06 Dicembre 2007
Dopo la grande manifestazione del 20 Ottobre nella quale a gran voce abbiamo ribadito un parere negativo al protocollo Welfare nel suo testo originale ci siamo ritrovati a votare un provvedimento blindato con la fiducia al governo vanificando il difficile ma produttivo lavoro della commissione lavoro che resta l’istituzione parlamentare preposta a deliberare sulla materia.
Questa decisione ha ridotto il ruolo del Parlamento a ratificare un accordo fra parti sociali e governo che avrebbe certamente potuto fornire importanti elementi di valutazione in Parlamento, ma non vincolare lo stesso sul piano legislativo scardinando il principio fondante della Costituzione secondo il quale le leggi le fa il Parlamento.
Il nostro interesse prioritario resta quello di dare una profonda svolta alla politica economica del governo per dar seguito al risarcimento sociale, ci sentiamo responsabili di fronte a quel tessuto sociale debole che è nostra precisa intenzione rappresentare, difendere e tutelare.
Chiediamo ancora una volta il rispetto del programma dell’unione e se questo governo intende proseguire cedendo sistematicamente ai ricatti dei poteri economici forti dobbiamo seriamente ripensare alla nostra presenza all’interno di questa maggioranza con un’azione fortemente critica e decisa.
Chiediamo che questo documento sia diffuso in tutti i circoli della Sardegna e giunga ai prossimi CPF e CPR in modo da far sentire in maniera costruttiva la voce di protesta della base.
Assemblea Circolo Prc G. Lay Villanovafranca
06 Dicembre 2007
martedì 27 novembre 2007
Ordine del giorno Sul G8 De La Maddalena
L'art. 1, comma 34 del testo di legge finanziaria licenziata dalla Giunta recita espressamente: al fine di promuovere l'immagine della Sardegna in occasione del G8 è autorizzata la spesa di euro 1.000.000 nell'anno 2008 per l'organizzazione di convegni internazionali.
Il CPR ritiene inammissibile che in una Finanziaria dove si prevedono appena 20mln di euro per le politiche in favore dell'occupazione giovanile e femminile, dove non si autorizza la spesa di nemmeno un centesimo sulla legge 37/1998, si deliberi un impegno di 1 mln di euro per convegni internazionali in vista del vertice di un organismo che in sé rappresenta quanto di meno democratico la globalizzazione abbia saputo produrre.
In secondo luogo il CPR ritiene che l'immagine della Sardegna trarrebbe indubbiamente maggiore giovamento dal fatto che il G8 non si tenesse né a La Maddalena né altrove.
In tal senso, da mandato al gruppo consiliare regionale del Partito affinchè si adoperi per l'abrogazione dell'articolo in questione e affinchè le risorse per le quali il medesimo autorizza l'impiego vengano utilizzate per incrementare la spesa sociale, anche investendoli nella stessa isola de La Maddalena, per l'avvio di progetti di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro in seguito alla chiusura della base di Santo Stefano.
In caso contrario l'indicazione al gruppo consiliare regionale del Partito è per la manifestazione del voto contrario all'articolo, anche in coerenza con quanto positivamente fatto dal senatore Francesco Martone in Senato in sede di votazione della Finanziaria nazionale.
Ai compagni eletti in Sardegna nel Parlamento nazionale il Cpr chiede che venga riproposto l'emendamento soppressivo del finanziamento di 30 milioni di euro per l'organizzazione del G8 previsto dal Ddl della Finanziaria 2008.
L'alternativa alla presenza militare nell'arcipelago, infatti, non può essere quella di uno sviluppo ancora una volta subalterno, in continuità con quello finora esistito: miope e dannoso per l'ambiente. Non può essere, da una parte, quello del turismo che saccheggia le coste e deturpa le cale e, dall'altra, quello della presenza militare, italiana o straniera.
Le maggiori risorse, oggettivamente necessarie in un contesto fortemente caratterizzato dalla dipendenza dell'economia maddalenina dalla presenza militare, vanno ricercate e indirizzate a un piano organico di bonifica, tutela e valorizzazione dell'ambiente e del patrimonio naturalistico dell'arcipelago, in un piano straordinario di lavoro verde e di turismo consapevole.
Il CPR, infine, ribadisce la più ferma contrarietà del Prc a una manifestazione che non solamente rappresenta il dispotismo sovranazionale del neoliberismo e la prepotenza di 8 cosiddetti grandi sui miliardi di diseredati del globo, ma anche un evento:
· che rischia di determinare ulteriore pregiudizio ambientale all'arcipelago.
· che, in ogni caso, non costruirà alcuna opportunità aggiuntiva di lavoro stabile per la popolazione della Maddalena.
· che determinerà persino un danno economico nel momento in cui sarà istituita la zona rossa ed a esserne danneggiata sarà precisamente la stagione turistica.
In questi termini il CPR impegna l'intera organizzazione all'attivazione delle relazioni sociali, politiche e di movimento per la costruzione dei Comitati No G8 nell'Isola e di una manifestazione di opposizione al vertice la più partecipata possibile, già a partire dal D10 che si terrà a Cagliari a dicembre e che segna una prima tappa di avvicinamento all'appuntamento del 2009.
COMITATO POLITICO REGIONALE PRC 19/11/2007
Il CPR ritiene inammissibile che in una Finanziaria dove si prevedono appena 20mln di euro per le politiche in favore dell'occupazione giovanile e femminile, dove non si autorizza la spesa di nemmeno un centesimo sulla legge 37/1998, si deliberi un impegno di 1 mln di euro per convegni internazionali in vista del vertice di un organismo che in sé rappresenta quanto di meno democratico la globalizzazione abbia saputo produrre.
In secondo luogo il CPR ritiene che l'immagine della Sardegna trarrebbe indubbiamente maggiore giovamento dal fatto che il G8 non si tenesse né a La Maddalena né altrove.
In tal senso, da mandato al gruppo consiliare regionale del Partito affinchè si adoperi per l'abrogazione dell'articolo in questione e affinchè le risorse per le quali il medesimo autorizza l'impiego vengano utilizzate per incrementare la spesa sociale, anche investendoli nella stessa isola de La Maddalena, per l'avvio di progetti di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro in seguito alla chiusura della base di Santo Stefano.
In caso contrario l'indicazione al gruppo consiliare regionale del Partito è per la manifestazione del voto contrario all'articolo, anche in coerenza con quanto positivamente fatto dal senatore Francesco Martone in Senato in sede di votazione della Finanziaria nazionale.
Ai compagni eletti in Sardegna nel Parlamento nazionale il Cpr chiede che venga riproposto l'emendamento soppressivo del finanziamento di 30 milioni di euro per l'organizzazione del G8 previsto dal Ddl della Finanziaria 2008.
L'alternativa alla presenza militare nell'arcipelago, infatti, non può essere quella di uno sviluppo ancora una volta subalterno, in continuità con quello finora esistito: miope e dannoso per l'ambiente. Non può essere, da una parte, quello del turismo che saccheggia le coste e deturpa le cale e, dall'altra, quello della presenza militare, italiana o straniera.
Le maggiori risorse, oggettivamente necessarie in un contesto fortemente caratterizzato dalla dipendenza dell'economia maddalenina dalla presenza militare, vanno ricercate e indirizzate a un piano organico di bonifica, tutela e valorizzazione dell'ambiente e del patrimonio naturalistico dell'arcipelago, in un piano straordinario di lavoro verde e di turismo consapevole.
Il CPR, infine, ribadisce la più ferma contrarietà del Prc a una manifestazione che non solamente rappresenta il dispotismo sovranazionale del neoliberismo e la prepotenza di 8 cosiddetti grandi sui miliardi di diseredati del globo, ma anche un evento:
· che rischia di determinare ulteriore pregiudizio ambientale all'arcipelago.
· che, in ogni caso, non costruirà alcuna opportunità aggiuntiva di lavoro stabile per la popolazione della Maddalena.
· che determinerà persino un danno economico nel momento in cui sarà istituita la zona rossa ed a esserne danneggiata sarà precisamente la stagione turistica.
In questi termini il CPR impegna l'intera organizzazione all'attivazione delle relazioni sociali, politiche e di movimento per la costruzione dei Comitati No G8 nell'Isola e di una manifestazione di opposizione al vertice la più partecipata possibile, già a partire dal D10 che si terrà a Cagliari a dicembre e che segna una prima tappa di avvicinamento all'appuntamento del 2009.
COMITATO POLITICO REGIONALE PRC 19/11/2007
Ordine del giorno contro La Violenza Maschile Sulle Donne
I dati, i rapporti dell’Onu, del Parlamento Europeo, del Ministero degli Interni ci dicono che la prima causa di morte delle donne (prima ancora del cancro, delle guerre , della fame) tra i 15 e i 50 anni, a tutte le latitudini e a tutte le longitudini, senza distinzione di classe sociale, etnia, ambiente culturale, è la violenza da parte di mariti, fidanzati,amanti, padri , fratelli. Insomma l’assassino o il violentatore non è un mostro che viene da un’altra parte del mondo, ma è una persona con la quale la donna condivide un rapporto d’amore, d’amicizia, di parentela.
Quindi la violenza maschile sulle donne non può essere considerato un problema che attiene alla vita privata delle donne o delle singole coppie, ma è un problema politico che riguarda il rapporto tra i sessi, la sessualità maschile, l’ordine del mondo patriarcale.
E’ necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, decostruire stereotipi, immaginari consolidati, modificare le relazioni di potere tra donne e uomini nel privato e nel pubblico. E’ necessario soprattutto che gli uomini si mettano in discussione come genere.
Nel ”pacchetto sicurezza” approvato dal Consiglio dei Ministri, si inserisce la violenza sessuale tra i reati di grave allarme sociale, ciò significa, ancora una volta, non tenere conto che il potere di un sesso su un altro è millenario, è un problema sociale, culturale, politico.
Infatti la violenza sulle donne non è aumentata, è cambiato il motivo per il quale viene perpetrata: oggi è la libertà delle donne, la loro possibilità di essere autonome, di volersi separare dal partner.
Non condividiamo pertanto la strumentalizzazione della violenza sulle donne per imporre politiche securitarie e repressive. Siamo quindi contro l’inasprimento delle pene, siamo contro i sindaci sceriffi, siamo contro la criminalizzazione di qualunque etnia. La violenza sulle donne non ha niente a che vedere con la mancanza di sicurezza nelle strade e non si risolve con un severo controllo dell’ordine pubblico.
La manifestazione di Roma del 24 novembre ha proprio questo obiettivo. Perché manifestare significa rendere manifesto, portare cioè un fatto culturale, sociale, politico sotto gli occhi di tutti. Vuol dire mettere allo scoperto ciò che è rimasto nascosto.
Per una reale alternativa di società , i partiti e i movimenti che si definiscono di sinistra devono necessariamente mettere al centro dell’agenda politica il rapporto tra i sessi nella famiglia, nei partiti, nella società.
COMITATO POLITICO REGIONALE PRC 19/11/2007
Quindi la violenza maschile sulle donne non può essere considerato un problema che attiene alla vita privata delle donne o delle singole coppie, ma è un problema politico che riguarda il rapporto tra i sessi, la sessualità maschile, l’ordine del mondo patriarcale.
E’ necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, decostruire stereotipi, immaginari consolidati, modificare le relazioni di potere tra donne e uomini nel privato e nel pubblico. E’ necessario soprattutto che gli uomini si mettano in discussione come genere.
Nel ”pacchetto sicurezza” approvato dal Consiglio dei Ministri, si inserisce la violenza sessuale tra i reati di grave allarme sociale, ciò significa, ancora una volta, non tenere conto che il potere di un sesso su un altro è millenario, è un problema sociale, culturale, politico.
Infatti la violenza sulle donne non è aumentata, è cambiato il motivo per il quale viene perpetrata: oggi è la libertà delle donne, la loro possibilità di essere autonome, di volersi separare dal partner.
Non condividiamo pertanto la strumentalizzazione della violenza sulle donne per imporre politiche securitarie e repressive. Siamo quindi contro l’inasprimento delle pene, siamo contro i sindaci sceriffi, siamo contro la criminalizzazione di qualunque etnia. La violenza sulle donne non ha niente a che vedere con la mancanza di sicurezza nelle strade e non si risolve con un severo controllo dell’ordine pubblico.
La manifestazione di Roma del 24 novembre ha proprio questo obiettivo. Perché manifestare significa rendere manifesto, portare cioè un fatto culturale, sociale, politico sotto gli occhi di tutti. Vuol dire mettere allo scoperto ciò che è rimasto nascosto.
Per una reale alternativa di società , i partiti e i movimenti che si definiscono di sinistra devono necessariamente mettere al centro dell’agenda politica il rapporto tra i sessi nella famiglia, nei partiti, nella società.
COMITATO POLITICO REGIONALE PRC 19/11/2007
giovedì 25 ottobre 2007
UNIONE DEI "COMUNI DELLA MARMILLA"
Stando a quanto stabilito dalla legge finanziaria regionale del 2007, le minoranze dei comuni che daranno vita alle “unioni dei comuni” non saranno rappresentate nell’organo assembleare delle stesse UNIONI.
Ma è mai possibile che si faccia un passo indietro così vistoso nel modo di intendere la democrazia?
O qualcuno pensa davvero di ridurre i costi della politica eliminando i consiglieri di minoranza da tutte le unioni dei comuni che nasceranno in terra sarda?
Siamo veramente sconcertati da questa decisione che tra l’altro non è in linea neanche con quanto stabilito dal testo unico che norma il funzionamento degli enti locali, il quale sottolinea che gli organi che si formeranno all’interno dell’unione dei comuni dovranno garantire la rappresentanza delle minoranze..
La nostra unione “dei comuni della marmilla” sarà formata da 18 comuni che avrebbero dovuto avere 18 consiglieri a rappresentare le rispettive minoranze dei propri consigli comunali, stando a quanto recitato da questa norma introdotta in finanziaria non ne avranno nemmeno uno.
La cosa più assurda e che i consigli comunali sono chiamati a nominare il loro rappresentante tra il sindaco e uno degli assessori del loro comune, tale decisione quindi obbliga i consiglieri di minoranza a nominare il loro rappresentante, tra persone alle quali normalmente fanno l’opposizione nei loro comuni e questo è francamente inaccettabile.
Mi chiedo quali possibilità, in questo stato di cose, abbia un consigliere di minoranza, di far sentire la propria voce all’interno dell’unione della quale farà parte il proprio comune, e soprattutto quale organo di garanzia vigilerà sull’operato di questo nuovo ente se al suo interno mancherà di fatto una rappresentanza di quelle persone che già nei propri consigli comunali svolge il compito delicato relativo al controllo politico-amministrativo..
Sarei lieto di sapere quali motivazioni hanno spinto i politici regionali a scrivere quell’articolo della finanziaria regionale, che di fatto a mio avviso ci fa fare un vistoso passo indietro nell’ottica di una vita democratica in cui tutti hanno diritto di essere ascoltati e rappresentati, compresi gli elettori, che hanno dato il voto alle minoranze di tutti i 18 comuni che daranno vita all’unione dei “comuni della marmilla”, i quali non avranno nessuna rappresentanza all’interno di questo nuovo ente.
Luca Murgia
Consigliere comunale Villanovafranca
Ma è mai possibile che si faccia un passo indietro così vistoso nel modo di intendere la democrazia?
O qualcuno pensa davvero di ridurre i costi della politica eliminando i consiglieri di minoranza da tutte le unioni dei comuni che nasceranno in terra sarda?
Siamo veramente sconcertati da questa decisione che tra l’altro non è in linea neanche con quanto stabilito dal testo unico che norma il funzionamento degli enti locali, il quale sottolinea che gli organi che si formeranno all’interno dell’unione dei comuni dovranno garantire la rappresentanza delle minoranze..
La nostra unione “dei comuni della marmilla” sarà formata da 18 comuni che avrebbero dovuto avere 18 consiglieri a rappresentare le rispettive minoranze dei propri consigli comunali, stando a quanto recitato da questa norma introdotta in finanziaria non ne avranno nemmeno uno.
La cosa più assurda e che i consigli comunali sono chiamati a nominare il loro rappresentante tra il sindaco e uno degli assessori del loro comune, tale decisione quindi obbliga i consiglieri di minoranza a nominare il loro rappresentante, tra persone alle quali normalmente fanno l’opposizione nei loro comuni e questo è francamente inaccettabile.
Mi chiedo quali possibilità, in questo stato di cose, abbia un consigliere di minoranza, di far sentire la propria voce all’interno dell’unione della quale farà parte il proprio comune, e soprattutto quale organo di garanzia vigilerà sull’operato di questo nuovo ente se al suo interno mancherà di fatto una rappresentanza di quelle persone che già nei propri consigli comunali svolge il compito delicato relativo al controllo politico-amministrativo..
Sarei lieto di sapere quali motivazioni hanno spinto i politici regionali a scrivere quell’articolo della finanziaria regionale, che di fatto a mio avviso ci fa fare un vistoso passo indietro nell’ottica di una vita democratica in cui tutti hanno diritto di essere ascoltati e rappresentati, compresi gli elettori, che hanno dato il voto alle minoranze di tutti i 18 comuni che daranno vita all’unione dei “comuni della marmilla”, i quali non avranno nessuna rappresentanza all’interno di questo nuovo ente.
Luca Murgia
Consigliere comunale Villanovafranca
martedì 2 ottobre 2007
Sugli accordi del 23 Luglio hanno ragione gli operai
Sarà il fascino che ancora le tute blu esercitano su noi vetero rivoluzionari ma credo che veramente abbiano ragione gli operai della Mirafiori a contestare apertamente gli accordi sul welfare del 23 luglio.Noi crediamo che vi sia una palese insufficienza su diversi punti: pensioni e precarietà in particolare.Un accordo di così basso profilo non è ricevibile, tanto meno alla luce degli ultimi 25 anni di storia della Repubblica e del consistente spostamento di risorse intercorso dal lavoro al capitale.Il governo Prodi aveva generato forti aspettative e speranze per una reale inversione di tendenza rispetto alle peggiori politiche neoliberiste di questi ultimi anni. Una stagione di risarcimento sociale, di lotta alla precarietà e di contrasto del calo di potere d'acquisto di salari e pensioni.Ciò che l'accordo del 23 luglio invece afferma è la rinuncia a un intervento più determinato e coraggioso. Insomma: si poteva e si doveva ottenere di più. Si può e si deve, a partire dal passaggio in aula del provvedimento.Per queste ragioni il Prc sardo si schiera con gli operai della Fiat Mirafiori ed invita tutti a votare No al referendum del 8-10 ottobre promosso dalle organizzazioni sindacali.Anche per questo saremo presenti in massa a Roma il 20 ottobre.
Michele Piras
segretario regionale Prc-Se
Michele Piras
segretario regionale Prc-Se
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