martedì 27 novembre 2007

Ordine del giorno Sul G8 De La Maddalena

L'art. 1, comma 34 del testo di legge finanziaria licenziata dalla Giunta recita espressamente: al fine di promuovere l'immagine della Sardegna in occasione del G8 è autorizzata la spesa di euro 1.000.000 nell'anno 2008 per l'organizzazione di convegni internazionali.
Il CPR ritiene inammissibile che in una Finanziaria dove si prevedono appena 20mln di euro per le politiche in favore dell'occupazione giovanile e femminile, dove non si autorizza la spesa di nemmeno un centesimo sulla legge 37/1998, si deliberi un impegno di 1 mln di euro per convegni internazionali in vista del vertice di un organismo che in sé rappresenta quanto di meno democratico la globalizzazione abbia saputo produrre.
In secondo luogo il CPR ritiene che l'immagine della Sardegna trarrebbe indubbiamente maggiore giovamento dal fatto che il G8 non si tenesse né a La Maddalena né altrove.
In tal senso, da mandato al gruppo consiliare regionale del Partito affinchè si adoperi per l'abrogazione dell'articolo in questione e affinchè le risorse per le quali il medesimo autorizza l'impiego vengano utilizzate per incrementare la spesa sociale, anche investendoli nella stessa isola de La Maddalena, per l'avvio di progetti di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro in seguito alla chiusura della base di Santo Stefano.
In caso contrario l'indicazione al gruppo consiliare regionale del Partito è per la manifestazione del voto contrario all'articolo, anche in coerenza con quanto positivamente fatto dal senatore Francesco Martone in Senato in sede di votazione della Finanziaria nazionale.
Ai compagni eletti in Sardegna nel Parlamento nazionale il Cpr chiede che venga riproposto l'emendamento soppressivo del finanziamento di 30 milioni di euro per l'organizzazione del G8 previsto dal Ddl della Finanziaria 2008.
L'alternativa alla presenza militare nell'arcipelago, infatti, non può essere quella di uno sviluppo ancora una volta subalterno, in continuità con quello finora esistito: miope e dannoso per l'ambiente. Non può essere, da una parte, quello del turismo che saccheggia le coste e deturpa le cale e, dall'altra, quello della presenza militare, italiana o straniera.
Le maggiori risorse, oggettivamente necessarie in un contesto fortemente caratterizzato dalla dipendenza dell'economia maddalenina dalla presenza militare, vanno ricercate e indirizzate a un piano organico di bonifica, tutela e valorizzazione dell'ambiente e del patrimonio naturalistico dell'arcipelago, in un piano straordinario di lavoro verde e di turismo consapevole.
Il CPR, infine, ribadisce la più ferma contrarietà del Prc a una manifestazione che non solamente rappresenta il dispotismo sovranazionale del neoliberismo e la prepotenza di 8 cosiddetti grandi sui miliardi di diseredati del globo, ma anche un evento:
· che rischia di determinare ulteriore pregiudizio ambientale all'arcipelago.
· che, in ogni caso, non costruirà alcuna opportunità aggiuntiva di lavoro stabile per la popolazione della Maddalena.
· che determinerà persino un danno economico nel momento in cui sarà istituita la zona rossa ed a esserne danneggiata sarà precisamente la stagione turistica.
In questi termini il CPR impegna l'intera organizzazione all'attivazione delle relazioni sociali, politiche e di movimento per la costruzione dei Comitati No G8 nell'Isola e di una manifestazione di opposizione al vertice la più partecipata possibile, già a partire dal D10 che si terrà a Cagliari a dicembre e che segna una prima tappa di avvicinamento all'appuntamento del 2009.

COMITATO POLITICO REGIONALE PRC 19/11/2007

Ordine del giorno contro La Violenza Maschile Sulle Donne

I dati, i rapporti dell’Onu, del Parlamento Europeo, del Ministero degli Interni ci dicono che la prima causa di morte delle donne (prima ancora del cancro, delle guerre , della fame) tra i 15 e i 50 anni, a tutte le latitudini e a tutte le longitudini, senza distinzione di classe sociale, etnia, ambiente culturale, è la violenza da parte di mariti, fidanzati,amanti, padri , fratelli. Insomma l’assassino o il violentatore non è un mostro che viene da un’altra parte del mondo, ma è una persona con la quale la donna condivide un rapporto d’amore, d’amicizia, di parentela.
Quindi la violenza maschile sulle donne non può essere considerato un problema che attiene alla vita privata delle donne o delle singole coppie, ma è un problema politico che riguarda il rapporto tra i sessi, la sessualità maschile, l’ordine del mondo patriarcale.
E’ necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, decostruire stereotipi, immaginari consolidati, modificare le relazioni di potere tra donne e uomini nel privato e nel pubblico. E’ necessario soprattutto che gli uomini si mettano in discussione come genere.
Nel ”pacchetto sicurezza” approvato dal Consiglio dei Ministri, si inserisce la violenza sessuale tra i reati di grave allarme sociale, ciò significa, ancora una volta, non tenere conto che il potere di un sesso su un altro è millenario, è un problema sociale, culturale, politico.
Infatti la violenza sulle donne non è aumentata, è cambiato il motivo per il quale viene perpetrata: oggi è la libertà delle donne, la loro possibilità di essere autonome, di volersi separare dal partner.
Non condividiamo pertanto la strumentalizzazione della violenza sulle donne per imporre politiche securitarie e repressive. Siamo quindi contro l’inasprimento delle pene, siamo contro i sindaci sceriffi, siamo contro la criminalizzazione di qualunque etnia. La violenza sulle donne non ha niente a che vedere con la mancanza di sicurezza nelle strade e non si risolve con un severo controllo dell’ordine pubblico.
La manifestazione di Roma del 24 novembre ha proprio questo obiettivo. Perché manifestare significa rendere manifesto, portare cioè un fatto culturale, sociale, politico sotto gli occhi di tutti. Vuol dire mettere allo scoperto ciò che è rimasto nascosto.
Per una reale alternativa di società , i partiti e i movimenti che si definiscono di sinistra devono necessariamente mettere al centro dell’agenda politica il rapporto tra i sessi nella famiglia, nei partiti, nella società.

COMITATO POLITICO REGIONALE PRC 19/11/2007